curiosità stroriche padovane  1°

DOV'ERA LA TOMBA DEL RUZANTE

La casa n. 36 di Via Umberto appartenne un tempo alla famiglia Beolco da cui nacque nel 1502 Angelo, celebre commediografo e attore in dialetto padovano, soprannominato il Ruzante.

Lungo la stessa via, nella chiesa di San Daniele si trovava una volta la sua tomba. Benché egli abbia cosi
ben descritto e rappresentato il contadino padovano del suo tempo, dobbiamo riconoscere che iI Ruzante fu proprio «stracittadino». Ebbe infatti la sorte singolare d'esser sepolto a pochi passi, si può dire, dalla casa dov'era nato, in Padova.

Nel1626, forse per il restauro della chiesa, fu distrutta la tomba e la lapide che la sormontava. Oggi si può vedere sulla parete destra, rispetto a chi entra, di San Daniele una bella riproduzione della lapide, con un bassorilievo in cui e rappresentata la testa del Ruzante. Ecco la traduzione del testo latino che e inciso suI
marmo:

«Ad Angelo Beolco Ruzante, a nessun padovano nello scrivere e recitare commedie per ingegno, per facondia o per arte secondo, negli scherzi e nei discorsi contadineschi spiritosissimo, usci di vita, non senza dolore degli amici, nell'anno del Signore 1542 il17 Marzo in età di anni 40.

Ciò. Battista Rota padovano, di tanta cultura ammiratore, fece porre questo segno eterno in testimonianza della fama e del nome. Anno 1560 dalla redenzione del mondo.
Restaurò  l'amore dei concittadini il 27 Aprile 1924 ».

La lapide e interessante anche per Ie seguenti piccole osservazioni. Vi si vede quell'egregio sig. Rota che, col pretesto di celebrare il bravo Ruzante, cerco di far passare ai posteri anche il proprio nome. E poi l'illusione di quell'« eterno» che invece duro appena 66 anni e sarebbe sparito per sempre se nel 1924 i cittadini padovani non l'avessero «risuscitato».

Negli ultimi decenni non solo la fama del Ruzante fu rinverdita, per merito di insigni studiosi stranieri e italiani, ma anche le sue commedie vengono ristampate e recitate. Inoltre il suo tipo di dialetto, di per se comicissimo, e mantenuto vivo da gruppi popolari di appassionati attori dilettanti, che spesso sono anche compositori degli spassosi dialoghi «Ruzantini » che essi recitano con brio indiavolato, vestiti di bizzarri costumi campagnoli.

Ai Giardini pubblici si trova un suo busto, regalato nel 1923 alla città di Padova da uno studioso francese del
Ruzante, Alfred Mortier. Una bella statuta di lui, opera dello scultore padovano Sartori, si innalza poco lontano, negli altri giardini di via Morgagni, vicino alla chiesa di Santa Sofia.

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Ignazio Sommer (Merzio)